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Carne coltivata in laboratorio? Spoke 2 - NODES e UPO partecipano ai colloqui della Commissione Europea a Bruxelles.

sPOKE 2 - efsa
Il caso della “carne coltivata” in laboratorio (già approvata e commercializzata fuori dall’Europa - per esempio la carne di pollo a Singapore) è un caso molto discusso in Italia, con forti opposizioni.

Il Prof. Arlorio del Dipartimento di Scienze del Farmaco - UPO e Spoke 2 Research Module Leader ha partecipato al Tavolo tematico sugli ingredienti ottenuti dalla “precision fermentation”, nell’ambito del 27° Colloquio EFSA in programma l’11-12 maggio scorso presso la Commissione Europea a Bruxelles. 

I colloqui EFSA raggruppano su invito esperti internazionali nel settore della sicurezza alimentare, sia in ambito accademico che industriale, per allestire tavoli di lavoro che permettono di elaborare documenti di riferimento e linee guida utilizzate da EFSA o che possono essere trasmesse alla Commissione, focalizzando su temi “caldi”, proprio come nel caso di questa “nuova” tipologia di alimenti. 

“Considerare le necessità di affrontare i nuovi bisogni dell’umanità in termini di sostenibilità alimentare, significa considerare la produzione e l’utilizzo di “nuovi alimenti” (novel food, ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2283), sempre valutando con attenzione il processo di Risk Assessment. esordisce il Prof. Arlorio. 

“La stessa definizione delle fermentazioni di precisione, ad oggi senza cappello regolatorio - continua Arlorio - è un dibattito accesso a livello globale. Per EFSA, le fermentazioni di precisione sarebbero ascrivibili all’utilizzo di microorganismi geneticamente modificati; per questo motivo diventa fondamentale definire se (e quando) possa residuare materiale genetico nel prodotto finito. Queste tematiche – compreso il processo di analisi del rischio – sono da tempo ampiamente considerate nel settore farmaceutico, dove si fa largo uso di fermentazioni utilizzando microorganismi modificati geneticamente per la produzione di farmaci. Certamente, le linee guida di settore “pharma” saranno considerate nella revisione dei processi di risk assessment tipici del settore alimentare”.

Sempre più spesso, quindi, EMA (l’autorità europea per la sicurezza del farmaco) ed EFSA (l’autorità europea per la sicurezza degli alimenti) trovano punti di contatto in relazione a queste delicate tematiche.

Per approfondimenti, è possibile consultare il materiale pubblicato da EFSA. 

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